Riproducibilità

Keywords: #POSIX #shell #riproducibilità #scienza

Questo toot ha sollecitato idee e qualche associazione di idee. Va premesso che l’autore del toot si occupa di

…health data science, and have previously done research in aviation human factors, cognitive neuroscience, and human vision.

Il primo passo è stato quello di capire perché avesse specificato POSIX.2 e scartabellando in giro ho letto questo pezzo che mi ha chiarito la situazione e mi ha fatto sovvenire che in problemi con bash, zsh e GNU mi ero già imbattuto in alcuni script che condividevo con Lucio Bragagnolo 1. Certo cercare i bashism e depurare i nostri script dal dialetto, insomma risciacquare il nostro codice in Arno, è una bella impresa.

Vi invito a leggere la pagina man di ls su una macchina con macOS e cercate la stringa POSIX e ne leggerete delle belle. Molte opzioni presenti in zsh/darwin/BSD/macOS non sono presenti in POSIX. Dopo tanti anni il mondo *nix ancora è molto anarchico.

E qui veniamo all’allargamento del concetto di riproducibilità nel mondo scientifico in generale. Cito Davide Lovisolo

La riproducibilità, cioè la possibilità di riprodurre un risultato scientifico quando un esperimento viene ripetuto da un diverso gruppo di ricerca, è considerata uno dei fondamenti che legittimano lo status della scienza. In realtà, sovente viene usato anche un altro termine, replicabilità, e nella letteratura scientifica c’è parecchia confusione. Un documento preparato nel 2019 dalle Accademie scientifiche degli USA ha cercato di fare chiarezza, concludendo che riproducibilità significa ottenere gli stessi risultati utilizzando gli stessi dati in ingresso, gli stessi approcci computazionali, metodi, codici e procedure di analisi; replicabilità significa ottenere risultati concordanti fra studi mirati a risolvere lo stesso problema scientifico, ottenuti a partire ciascuno da un set diverso di dati. Che si tratti dell’uno o dell’altro approccio, l’obiettivo è quello di garantire che i risultati siano affidabili e utilizzabili da tutti.

Vi sollecito a leggere tutto l’articolo e anche a fare una ricerca su Scienza in rete della parola riproducibilità. I risultati sono interessanti, per esempio si può leggere

La faceva facile il filosofo della scienza Karl Popper quando identificava nella regolarità e nella riproducibilità i due pilastri della ricerca scientifica. In realtà, per le scienza biomediche ma non solo, la riproducibilità è una bella gatta da pelare. Secondo alcuni un miraggio.

La citazione è estratta da un articolo di Luca Carra e Cristina Da Rold

I problemi che vengono sollevati nella letteratura specializzata hanno imposto spesso il ritiro di lavori scientifici da parte degli Autori o dell’Editore. Un sunto si può leggere sul sito di Elsevier. Per coloro che hanno mai avuto a che fare con Elsevier ecco come la società si autodefinisce

Elsevier is a leader in information and analytics for customers across the global research and health ecosystems.

Anche in questo caso vi propongo di immettere in qualsiasi motore di ricerca scientific papers retracted e guardare i risultati.

Se così tanta confusione c’è nel mondo scientifico figuriamoci tra chi non si occupa di queste cose. Il negazionismo a questo punto ha porte e finestre spalancate. Ho sbagliato i termini: nel mondo scientifico ci deve essere scetticismo produttivo, nel dominio della negazione incombe superficialità e malafede. Si prospetta un futuro di SALAMI.

Mi sono dilungato troppo e in un altro post scriverò qualche altra cosa suscitata da quel toot iniziale.