Cattivi maestri

Keywords: #informatica #filosofia #covid19 #rapportino

Nel peregrinare di palo in frasca - attività da otium - mi sono imbattuto in un filosofo a me totalmente sconosciuto, per mia assoluta colpa, Giorgio Agamben. Leggo che ha un brillante curriculum internazionale e ha ricoperto ruoli accademici notevoli. Ci sono arrivato attraverso Scienza in rete | La ricerca italiana nel mondo, di cui consiglio la lettura, e in particolare lo ho trovato citato in un articolo di Cristian Fuschetto,che è un commento ad alcuni scritti di Agamben. Ma andiamo con ordine.

Mi sembra di capire che Agamben ami la libertà e rivendichi la superiorità della filosofia sulle scienze. In un pezzo del 26 febbraio intitolato L’invenzione di un’epidemia così scriveva

Di fronte alle frenetiche, irrazionali e del tutto immotivate misure di emergenza per una supposta epidemia dovuta al virus corona, occorre partire dalle dichiarazioni del CNR, secondo le quali non solo «non c’è un’epidemia di SARS-CoV2 in Italia», ma comunque «l’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva».

E più oltre

Se questa è la situazione reale, perché i media e le autorità si adoperano per diffondere un clima di panico, provocando un vero e proprio stato di eccezione, con gravi limitazioni dei movimenti e una sospensione del normale funzionamento delle condizioni di vita e di lavoro in intere regioni?

E infine

Si direbbe che esaurito il terrorismo come causa di provvedimenti d’eccezione, l’invenzione di un’epidemia possa offrire il pretesto ideale per ampliarli oltre ogni limite. L’altro fattore, non meno inquietante, è lo stato di paura che in questi anni si è evidentemente diffuso nelle coscienze degli individui e che si traduce in un vero e proprio bisogno di stati di panico collettivo, al quale l’epidemia offre ancora una volta il pretesto ideale. Così, in un perverso circolo vizioso, la limitazione della libertà imposta dai governi viene accettata in nome di un desiderio di sicurezza che è stato indotto dagli stessi governi che ora intervengono per soddisfarlo.

Una prima riflessione la farei sulla cattiva comunicazione che c’è stata all’inizio della pandemia e che, giustamente, mette in risalto l’incongruenza degli atti conseguenti. Un po’ di pasticci sono stati fatti.

Il 2 maggio in La medicina come religione Agamben scrive

Che la scienza sia diventata la religione del nostro tempo, ciò in cui gli uomini credono di credere, è ormai da tempo evidente. Nell’Occidente moderno hanno convissuto e, in certa misura, ancora convivono tre grandi sistemi di credenze: il cristianesimo, il capitalismo e la scienza.

Anche la scienza, infatti, come ogni religione, conosce forme e livelli diversi attraverso i quali organizza e ordina la propria struttura: all’elaborazione di una dogmatica sottile e rigorosa corrisponde nella prassi una sfera cultuale estremamente ampia e capillare che coincide con ciò che chiamiamo tecnologia.

Com’è avvenuto più volte nel corso della storia, i filosofi dovranno nuovamente entrare in conflitto con la religione, che non è più il cristianesimo, ma la scienza o quella parte di essa che ha assunto la forma di una religione. Non so se torneranno ad accendersi i roghi e dei libri verranno messi all’indice, ma certo il pensiero di coloro che continuano a cercare la verità e rifiutano la menzogna dominante sarà, come già sta accadendo sotto i nostri occhi, escluso e accusato di diffondere notizie (notizie, non idee, poiché la notizia è più importante della realtà!) false. Come in tutti i momenti di emergenza, vera o simulata, si vedranno nuovamente gli ignoranti calunniare i filosofi e le canaglie cercare di trarre profitto dalle sciagure che esse stesse hanno provocato. Tutto questo è già avvenuto e continuerà a avvenire, ma coloro che testimoniano per la verità non cesseranno di farlo, perché nessuno può testimoniare per il testimone.

Abbastanza inquietante direi la tirata contro la scienza, la medicina e il loro ruolo di apripista al totalitarismo. Fuschetto nell’articolo citato confuta queste tesi

L’“invenzione della pandemia”, questo in sintesi il ragionamento, crea uno stato di eccezione che legittima la sospensione dei diritti, mette in quarantena la potenza creativa della socialità ed esalta il furore securitario delle autorità, ponendo così le premesse per la costruzione di una cornice neototalitaria pronta a schiacciare ogni forma di vita autenticamente critica, a cominciare dallo studentato e dall’università, sviliti e svuotati dal virtuale.

Ribalta la citazione dei roghi dei libri (come non ricordare quanto messo in atto dai Nazisti e Fahrenheit 451 di Roy Bradbury) e attribuisce allinvenzione della stampa lo stesso ruolo che Agamben attribuisce ora all’informatica.

Quale altra invenzione ha prodotto maggiore distanziamento tra maestro e allievo se non la possibilità di leggere le parole del maestro in altri luoghi e in altri tempi invece che ascoltarle dalla sua viva voce? La “dittatura telematica” è la prosecuzione con altri mezzi della dittatura del libro, e chi chiama alla resistenza contro le lezioni a distanza dovrebbe fare come Platone e condannare prima di tutto la tecnologia alfabetica, la scrittura.

Nel criticare la scrittura, Platone mette in bocca al re un argomento che ne denuncia anche un’altra deriva. “Né tu offri vera sapienza ai tuoi scolari, ma ne dai solo l’apparenza perché essi, grazie a te, potendo avere notizie di molte cose senza averne avuto insegnamento, si crederanno d’essere dottissimi, ma per la maggior parte non sapranno nulla; con loro sarà una sofferenza discorrere, imbottiti di opinioni invece che di conoscenze”.

La discussione è aperta e mi si affaccia alla mente la responsabilità individuale e collettiva nel modo e nel contenuto della comunicazione.

Rapportino

Uno sguardo al mondo

La fonte dei dati delle due tabelle che seguono è Our World inData, che riporta qualche dato demografico in più. Se li trovaste interessanti, potremmo provare a fare qualche confronto.

La tabella è ordinata per numero di abitanti. Ho tenuto conto solo dei Paesi con più di 5000000 di abitanti.

PaeseCasi/mPopolazione
World8937 794 798 729
China581 439 323 774
India1861 380 004 385
United States5 868331 002 647
Indonesia114273 523 621
Pakistan469220 892 331
Brazil3 165212 559 409
Nigeria61206 139 587
BangladeshNA164 689 383
Russia3 205145 934 460
MexicoNA128 932 753
Japan136126 476 458
Ethiopia18114 963 583
Philippines200109 581 085
Egypt333102 334 403
VietnamNA97 338 583
Democratic Republic of Congo4589 561 404
Turkey2 01784 339 067
Iran2 04583 992 953
Germany2 19883 783 945

In questa tabella l’ordinamento è per numero di decessi per milione di abitanti. Ho tenuto conto solo dei Paesi con più di 5000000 di abitanti. La mediana della nostra età e gli over 70 costituiscono un primato tra i paesi con maggior numero di decessi per milione di abitanti.

PaeseDecessiDensità popolazioneEtà medianaover_70
Belgium8283764212,8
United Kingdom5972734112,5
Spain580934613,8
Italy5612064816,2
Sweden461254113,4
France4471234213,1
Netherlands3515094311,9
United States33436389,7
Canada20744110,8
Ecuador20567284,5

I dati seguenti sono forniti da ECDC e, almeno per l’Italia, corrispondono a quelli comunicati dalla Protezione Civile il giorno prima.

Uno sguardo ai continenti.

ContinenteN casiN decessi
America3349334183030
Europe2068739178914
Asia134316634705
Africa1895985183
Oceania8726131
Other6967

Stati europei.

PaeseN casiN decessi
Russia4676735859
United_Kingdom28619440542
Spain24155027136
Italy23499833899
Germany1841938674
France15397729155
Belgium592269595
Belarus48630269
Netherlands475746013
Sweden447304659
Portugal344931479
Switzerland308821660
Ukraine26999788
Poland265611157
Ireland252011679
Romania204791326
Austria16868672
Armenia13130200
Denmark11948589
Serbia11823249

Stati extra-europei.

PaeseN casiN decessi
United_States_of_America1942363110514
Brazil67284635930
India2566117135
Peru1965155465
Iran1717898281
Turkey1701324692
Chile1341501637
Mexico11710313699
Pakistan1036712067
Saudi_Arabia101914712
Canada956887800
China841914638
Qatar6879054
Bangladesh65769888
South_Africa48285998
Ecuador431203621
Colombia392361259
United_Arab_Emirates38808276
Singapore3791025
Egypt340791237

Nei due grafici che seguono è posto a confronto l’andamento dei decessi in alcuni Stati europei. Nel primo sono considerati i valori assoluti, nel secondo i decessi per milione di abitanti. La prospettiva cambia radicalmente, soprattutto per la Svezia, pochi abitanti e misure di lockdown molto rilassate. Da notare anche che il picco in Italia ha preceduto quello degli altri Paesi e ci sono delle valli subito seguite da picchi dovute all’irregolarità di comunicazione de dati, per es. nei fine settimana.

La situazione italiana

Dati Protezione Civile

Per ogni regione la scala è diversa.

Questa tabella indica la variazione settimanale del totale dei positivi.

settimanaminmeanmax
10194528
22586871 326
35292 0862 853
42 6483 9064 821
51 6483 5874 492
61 9412 5232 972
78801 4901 996
8-206601 189
9-851-346256
10-3 106-833-199
11-6 939-2 499-836
12-4 370-2 276-1 222
13-2 377-1 608-1 158
14-2 980-1 990-730
15-1 474-948-532

Rappresentazione grafica della tabella. Più le barre si estendono verso il basso, meglio è.

La tabella che segue riporta la variazione del numero dei decessi per settimana. Notare la colonna centrale. A seguire il grafico corrispondente.

settimanaminmeanmax
124.868
21847.43133
397224.00368
4345559.86793
5662787.71969
6525704.57837
7431563.14619
8433521.29602
9260409.00534
10174300.29474
11165237.14369
1299181.14262
1350124.29162
146085.43117
155369.8688