Dezinformatzija (дезинформация)

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Annibale Carracci Allegoria di verità e Tempo c.1584-1585

verità Carattere di ciò che è vero, conformità o coerenza a principi dati o a una realtà obiettiva, e, in partic., ciò che è vero in senso assoluto. Nella storia della filosofia il concetto di v. è stato concepito in almeno due diverse prospettive, l’una ontologica, l’altra strettamente connessa al discorso umano. Nella prospettiva ontologica la v. è considerata come una proprietà intrinseca dell’essere; nell’altra prospettiva il concetto di v. è stato variamente elaborato e le analisi vertenti su esso devono essere suddivise in due categorie, a seconda che intendano fornire una definizione o un criterio di verità. La ricerca di un criterio di v. è parte integrante del problema gnoseologico, cioè di quale tipo di evidenza (sensibile, intellettiva, induttiva, deduttiva) possa costituire la garanzia di un’autentica conoscenza. Di là dal più generale problema gnoseologico, comunque, la questione della v. riguarda specificamente il chiarimento di che cosa significhi essere vero, indipendentemente dai modi (o criteri) di conseguire la verità. Dal Dizionario di Filosofia Treccani

In questi giorni sulle nostre TV appaiono degli spot tormentoni che invitano a fidarsi degli editori seri, che non pubblicano fake news. Ma fake news sono solo le bufale esplicite oppure dobbiamo leggere con spirito critico tutto? Spiego rapidamente perché mi sono posto questa domanda proprio oggi. Ieri 17 aprile 2020 è uscito sul Il Sole24ore un intervento dal titolo L’economia ferma e il dubbio sui decessi in Italia a firma Paolo Becchi e Giovanni Zibordi. La tesi sostenuta è ci siamo imposti con il lockdown un vero e proprio suicidio e che la misura è stata eccessiva con grave danno all’economia. Gli Autori concludono

Lasciamo ad altri le spiegazioni nel merito. Ci limitiamo ad osservare che non è la mortalità eccessiva a livello nazionale che giustifica il blocco prolungato dei diritti e della vita degli italiani. Dal punto di vista dell’economia italiana c’è una distruzione di reddito enorme, dal punto di vista culturale – qui solo un accenno, si rinvia per un approfondimento all’appello firmato da Aurelio Tommasetti e Paolo Becchi - con la chiusura della Università, o meglio la sua trasformazione in università telematica prevista per il prossimo semestre autunnale, il Paese ha deciso di suicidarsi.

L’argomento a sostegno consiste nella lettura dei dati ISTAT sulla mortalità in Italia, dai quali risulterebbe che quest’anno è morta meno gente rispetto al passato, anche se i casi da attribuirsi a covid19 sono altissimi rispetto al resto del mondo.

La cosa mi ha incuriosito assai e sono andato a cercare sul sito ISTAT le statistiche citate e cosa ho scoperto? L’ISTAT pubblica regolarmente il numero dei decessi, ma solo per un certo numero di Comuni, che non sono scelti a campione, ma perché comunicano meglio i dati

Si segnala che i dati messi a disposizione non riguardano un campione di comuni, ma una selezione di questi ultimi (pari a 1.689 dopo l’aggiornamento settimanale) operata sulla base di una valutazione della completezza e della tempestività delle informazioni raccolte, nonché dei criteri statistici descritti nella nota esplicativa. Per tale ragione i dati non permettono pertanto il calcolo di un dato significativo a livello aggregato (nazionale, ripartizionale o provinciale), ma possono essere utilizzati solo se riferiti ai singoli Comuni. Tali dati vengono aggiornati di una settimana ogni giovedì.

Quindi l’ISTAT ci avverte che non possiamo trarre inferenze statistiche da quanto pubblicato a livello nazionale, ripartizionale o provinciale. Eppure, con qualche artificio retorico, nell’articolo si insinuano dubbi e sospetti sulla scelta della chiusura totale, che poi totale non è.

Questo tipo di notizia come la chiamiamo? Cattiva informazione può andare. Cattiva per la massa dei lettori, ma corretta per l’editore, la Confindustria.

Ecco un esempio di come l’ISTAT propone i dati

A onor del vero ci sono anche Comuni in cui la mortalità è stata effettivamente più bassa rispetto agli stessi mesi dello scorso anno.

Per finire con un po’ di ironia

Having actively contributed to the loss of lives, Trump is going to have to get very creative in citing any that he’s saved. That said, last month was the first March without a school shooting since 2002, so maybe he could credit himself with the new approach to the US school shootings problem currently being trialled. Which is to say: no schools. All that time parent activists have spent trying to limit guns, it turned out that the smart way to do it was just to shut schools. Really makes you think. Do expect to see the National Rifle Association unveil a new slogan in the coming months: Guns don’t kill people; schools do. Marina Hyde

Rapportino

Tanti nuovi positivi, molti dimessi, aumentano i casi trattati a domicilio, ancora tanti morti.

Sono due settimane che si osserva un calo dei positivi, anche se non eclatante

Il numero di morti calcolati sulle settimane non scende

L’amara classifica regionale